Ethan: canzoni per cuori liberi

Un contratto brand new e una serie di singoli anticipati da “Luna Piena” e dall’imminente “Solo per te”: è un nuovo inizio per Ethan, artista queer che spinge senza inibizioni la sua sensibilità R&B verso il pop e la sperimentazione.

Quello che propone Ethan Lara è un genere che in Italia ha ancora molte lacune. Classe 1998, Ethan è un’artista queer italo-brasiliano che riesce a dare sfogo alle sue emozioni in musica con la sua voce elegante e raffinata.

Dopo un esordio in lingua inglese, capisce che quel che vuole è far arrivare le sue storie a più gente possibile e switcha sull’italiano, rivelando una spiccata sensibilità nello scrivere testi personali e diretti.

Ethan ha un passato vicino alla moda, ha prestato il volto per campagne di brand come Sisley, Chiara Ferragni, Marcelo Burlon e Levi’s, tanto che la sensibilità che ha verso questo settore trapela dai suoi visual e dagli scatti sempre studiati dal gusto internazionale, che rivelano il suo mondo visionario e puro.

Introspettivo, ironico e malizioso quanto basta, Ethan ha un talento che merita di essere riconosciuto in un paese che troppo spesso rimane succube di un solo genere e lo spreme fino a consumarlo.

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Ciao Ethan come stai?

Tutto bene, grazie, in attesa che esca il nuovo singolo.

Prima di parlarne, ci fai un riassunto della tua carriera?

Prima dell’uscita del mio ultimo singolo “Luna Piena” e della firma con Carosello Records c’è stato il passaggio dall’inglese all’italiano. Il mio primo EP “Flawed Guy” del 2019 era in inglese e mi ha introdotto alla scrittura, da lì ho cominciato a stendere cose mie, mentre prima riproducevo canzoni fatte da altri.

L’italiano mi ha dato qualche difficoltà iniziale nel trovare la giusta chiave di espressione soprattutto provenendo da un mondo R&B e nu-soul in cui cantare in inglese è più semplice, ma poi ho capito che essendo l’italiano la mia lingua madre mi da più possibilità di esprimermi.

Nel 2021 esce “Ideosincrasia” che è il mio primo EP in italiano, è stato un tentativo di unire diverse sonorità e dall’ R&B sono passato al nu soul cercando di renderlo più commestibile, per farlo arrivare a più persone.

Finito il percorso di “Ideosincrasia”, che mi ha portato a suonare un bel po’ in giro e a fare delle aperture dandomi modo di costruire un minimo di fan base, ora sono molto curioso di sapere dove mi porterà questo percorso intrapreso con Carosello interamente in italiano e che mi ha fatto incontrare persone nuove con cui lavorare.

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Credo che il tuo lavoro sia in costante crescita, se ascolto la tua musica dagli inizi a oggi sento un’evoluzione che non ti ha mai snaturato, tu come la pensi?

Hai detto una cosa importante per me perché io ho sempre paura di perderla la mia identità, di compromettermi, perché ci tengo troppo, è il fulcro che ti differenzia da altre persone, puoi avere tutte le influenze che vuoi ma per me è sempre importante mantenere la propria chiave, soprattutto quando si lavora con altri artisti e altri produttori.

La musica, il look, il modo in cui ti presenti su un palco, l’atteggiamento, sono i fattori che determinano un artista e io ho sempre paura di perdere questa mia sensibilità. Rimanere se stessi contaminandosi ma senza snaturarsi è difficile, ma è quel che sto provando a fare.

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A gennaio è uscito “LUNA PIENA” primo singolo di questa nuova avventura che vede alla produzione Riva (M¥SS KETA), per me uno dei produttori più talentuosi e folli in Italia, me ne parli?

Riva è davvero bravo e soprattutto ti ascolta. Ci siamo scambiati un bel po’ di input prima di vederci in studio, c’è stato un bello scambio anche se di suo ci ha messo tanto, ma non si è mai imposto, ha avuto un approccio che mi ha fatto lavorare tranquillamente.

Il paradosso è che sentendomi libero e senza pressioni da parte sua mi sono messo a scrivere . E così è nata questa storia che parla di una relazione che ho avuto con questa persona in un periodo in cui le cose non andavano per niente bene.

Due persone che si sentono stanche di non essere capite, che non riescono ad andare avanti e si sentono rotte – la canzone s’intitola così perché la sera che l’ho scritta c’era una grande luna piena, quella sera è stata importante, è stato come fare il punto della situazione e vedere finalmente tutto chiaro.

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Venerdì prossimo uscirà il nuovo singolo “Solo per te” prodotto da RIVA e Emma Nolde, come si svilupperà questo percorso?

L’intenzione è quella di far uscire un pezzo al mese andando a completare un nuovo EP, a me piacerebbe raccontare diversi punti della mia vita che non vadano necessariamente a formare una storia, perché la mia vita non è solo fatta d’amore ma anche di odio, sconfitte, insicurezze, mi piacerebbe raccontarle perché ad oggi non ci sono ancora riuscito. Emma Nolde è un’artista meravigliosa e devota alla musica.

Quando schiaccio play su un disco mi aspetto che sia a livello di suoni che di storia mi racconti qualcosa di nuovo e di diverso dell’artista ed è quello che vorrei fare con la mia musica.

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Come descriveresti il tuo immaginario?

In divenire. Perché è quello che mi auguro. Mi piace farmi trasportare dal pezzo, è ovvio che devi avere un concept in mente, ma se parlo di situazioni della mia vita ognuna avrà un colore diverso e quindi una sensazione diversa.

Quello che volevo rappresentare con “Luna Piena” è il galleggiare sopra una situazione, il rimanere appeso a qualcosa così ho scelto il rosso, la notte e l’acqua per rappresentarlo, mentre le immagini che accompagneranno il nuovo singolo “Solo per te” sono più intime perché lo è la canzone, quindi abbiamo usato il bianco che è un colore puro e un look molto pulito e semplice in una stanza neutra.

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Ecco, il nuovo singolo “Solo per te” ha un testo molto personale, di chi parla?

È dedicata a mio fratello che ha 10 anni che vedo poco e che mi manca moltissimo, ho un rapporto molto bello e protettivo con lui. Abbiamo quattrodici anni di differenza quindi mi sento proprio il fratello maggiore, è una parte fondamentale della mia vita.

La voce che si sente campionata nel pezzo è la sua?

Sì, e non gliel’ho ancora fatta sentire, lui è un mio grande fan e piange sempre quando ascolta la mia musica quindi immagino già la reazione.

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Quali sono gli ascolti che ti hanno formato?

A casa mia si ascoltava sempre molto soul e poi mio papà è brasiliano quindi a casa si ascoltava sempre la bossa nova.

Da bambino ero piuttosto solitario, passavo molto tempo al computer e m’imbattevo in questi video live di Stevie Wonder, Dionne Warwick e Giorgia e li guardavo a ripetizione.

Poi dai video suggeriti ascoltando questo genere ho scoperto Alicia Keys, Anastacia, che aggiunte ai cantanti che mi assegnavano gli insegnanti a lezione mi hanno fatto appassionare all’estetica della bella voce e quindi in generale al mondo black. In Italia non c’è una grande rappresentazione del genere, mi è dispiaciuto che a Sanremo non ci sia stato nemmeno un pezzo R&B.

Che rapporto hai con i social?

Sai i social creano questa micro bolla tra te e chi segui e quindi si crea questo spazio di gusti, interessi e principi comuni, quindi è ovvio che nel mio Instagram non ci sarà mai qualcuno che vota la Meloni. Poi però ti confronti con il mondo uscendo da questa micro bolla e ti accorgi che non è affatto così.

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Sei un artista queer dichiarato e sei stato definito portavoce della fluidità, sui social ti esprimi molto liberamente e in modo spontaneo mostrando sia un lato maschile che femminile, qual è il tuo punto di vista?

Per quanto riguarda il discorso della fluidità non mi sento assolutamente il portavoce di qualcosa di così tanto grande, sì sono un ragazzo gay che sta sperimentando e con il tempo avrò modo di conoscermi sempre meglio.

Il modo naturale e semplice che ho nel postare qualcosa spero di riuscire a mantenerlo sempre, ma non credo che questo faccia di me un portavoce della fluidità, soprattutto perché c’è gente che si sbatte per davvero per questo. Io cerco di togliere determinati filtri ma non sento di meritare questo titolo, è una cosa che ci tengo a chiarire.

C’è stato un momento l’anno scorso in cui ho avuto un contatto diretto con la mia femminilità ma era anche un periodo in cui la moda andava in quella direzione ed ero diventato una Bratz, ma mi sentivo benissimo era il mio mondo in quel momento.

Avevo bisogno di sperimentare e poi ad un certo punto non mi ci sono più ritrovato, non perché non mi piace più ma perché non mi sento più a mio agio così.

Ti faccio un esempio, mi ero comperato due pellicce e una borsetta Chanel rosa, investimenti che oggi non farei più perché quel momento è passato, e mi auguro di riuscire a mantenere sempre viva nel tempo questa spontaneità e di poter essere sempre chi vorrò.

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Oggi che è finita l’era Bratz in che periodo sei?

Periodo Decathlon! Jeans e felpa, oggi mi piace vestirmi di merda, ho amato i look di Anna Oxa a Sanremo, ahahahahah! Poi magari stasera se mi va mi metto la minigonna, dipende da come mi gira, oggi indosso dei boots ma potevano essere delle scarpe col tacco come delle ciabatte.

Qual è l’ultimo album di cui ti sei innamorato?

Mi sono innamorato di Omar Apollo, in tutti i sensi!

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PRODUCTION & WORDS: Marco Cresci

PHOTO: SIMON & Creative partner Simona Pavan

STYLIST: Alex Vaccani

STYLIST ASSISTANT: Alessandro Marzo

GRAPHIC COVER: Didier Falzone